C'era una volta la Legione

Dietro le quinte di Commando Ombra (Raid a Kourou)

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Russell Kane
     
    .

    User deleted


    image

    C’ERA UNA VOLTA LA LEGIONE

    Dietro le quinte di COMMANDO OMBRA-remake di Raid a Kourou, la prima avventura del Professionista.


    Quando mi fu chiesto di creare una nuova serie con un protagonista fisso da affiancare al fortunatissimo SAS Malko Linge per la collana Segretissimo, avevo già pubblicato diversi romanzi di spionaggio. Uno di essi, Pista cieca, avrebbe avuto poi un seguito, L’ombra dél corvo. Ancora non lo sapevo ma questa saga mi avrebbe portato a Ora Zero e al suo seguito Sole di Fuoco che mi auguro leggerete presto. Non si trattava comunque di prodotti seriali, quanto di avventure di ampio respiro, capitoli di una saga slegati tra loro.
    Con Il Professionista, invece, mi si presentava l'occasione di realizzare un vecchio sogno, raccontare una serie di avventure con lo stesso protagonista: un agente segreto che si muoveva in un «suo» mondo che, popolato di comprimari e avversari ricorrenti, assomigliava al nostro ma poteva diventare, avventura dopo avventura, un universo tutto particolare.
    Scrivere un serial, per un narratore d'intrattenimento è un'occasione eccezionale. li personaggio può crescere nel corso degli episodi, la sua vita può seguire una continuity scandita da fatti, incontri, personaggi secondari. Si stabiliscono i canoni di ciò che è coerente con quel mondo e ciò che non lo è.
    Be', sì, diciamolo sinceramente, l'autore si sente un po' il « creatore» di quel mondo che lo accompagna per anni se la serie incontra i gusti del pubblico. E, fortunatamente, nel caso del Professionista, ciò è avvenuto.
    Questa nuova edizione mi permette non solo di ripresentare i romanzi in una veste vagamente differente, ma anche di parlare un po' della genesi del personaggio e dei meccanismi con cui vengono costruite le sue avventure.
    Questo romanzo - come chi l'ha letto nel 1995 potrà facilmente constatare - si presenta con qualche differenza sostanziale e formale rispetto alla sua prima edizione. Non è una storia diversa, piuttosto un director' s cut che alcune restrizioni della collana originale e, perché no?, anche la mia relativa inesperienza dell'epoca mi impedirono di realizzare compiutamente. Di fatto lo spunto dei guerriglieri voodoo - che nella prima versione rimanevano piuttosto indistinti - è stato rafforzato fornendo così un nemico e qualche motivazione in più a Chance nel corso della missione. Sono stati poi apportati alcuni doverosi ragguagli linguistici e una più rigorosa ricerca sulle armi e sui particolari tecnici del raid all'interno della base di Ariane.
    Per la verità, quando cominciai a concepire questo romanzo, avevo già scritto decine di spy-story con un protagonista fisso. Lo avevo fatto sin da ragazzo e, sinceramente, non ricordo, dopo i dodici anni, un periodo in cui non ho scritto un romanzo di spionaggio. Tutto questo materiale me lo porto nella memoria e nel cuore. Erano storie prima scritte a mano, poi con la prima macchina per scrivere; una scuola impagabile per chi, come me, voleva trasformare un sogno in un lavoro. Ecco, da questo punto di vista io e Chance ci assomigliamo. Due ragazzi che volevano realizzare il loro sogno (io di diventare scrittore, lui avventuriero) e, alla fine, si sono accorti che, una volta riusciti nel loro intento, non sapevano fare altro. Destino.
    Meglio il mio del suo, tra parentesi, visto che non sono costretto a rischiare la pelle o ad ammazzare qualcuno tutti i santi giorni... Anche se mi è sempre piaciuto credere che viaggiare da solo in posti lontani, frequentare certi localacci di città all' altro capo del mondo, praticare Sport da combattimento, mi abbia aiutato in qualche modo a rendere più credibili le avventure di Chance.
    I miei primi tentativi di spy-story, comunque, erano più slanci d'entusiasmo che opere complete. Possedevano, tuttavia, alcune caratteristiche che sono rimase nella serie del Professionista, Fondamentalmente si trattava di cucinare numerosi elementi che mi avevano affascinato rileggendoli alla mia maniera.
    E le fonti erano tantissime, non solo romanzi, ma anche film e fumetti. La serie che scrissi da adolescente (credo più di una trentina di episodi) aveva per protagonista un agente segreto che, all'epoca, era la perfetta fusione dei due eroi che più vividamente animavano la mia fantasia. Erano gli anni '70 e Fang Sing Ling rubò il nome al protagonista di un discreto film d'avventura (Il drago di Hong Kong, con Jimmy Wang Yu), ma di fatto era una fusione tra Bruce Lee e James Bond. Di questo serial mi tolsi la soddisfazione di pubblicare molti anni dopo il primo titolo, La tigre nel mirino, uscito nella collana Top Secret della Garden, firmato con lo pseudonimo Frederik Kaman. (E qui dovremmo iniziare il discorso sugli pseudonimi che, tuttavia, affronteremo forse in un' altra occasione).
    Fang Sing Ling, agente cinese di Hong Kong al servizio del SIS, visse una gloriosa epopea che divenne la mia « palestra» di scrittore. In omaggio a quegli anni (indimenticabili e contraddistinti dal semplice entusiasmo di scrivere senza preoccupazioni riguardo alla pubblicazione) ho riportato Fang, più vecchio e vissuto, nella saga del Professionista,facendolo apparire periodicamente nella serie dall'episodio intitolato Morire a Kowloon che celebrava il ritorno della colonia inglese alla madrepatria.
    Chance Renard, però, nasceva molti anni dopo, in un' epoca in cui la mia creatività si era arricchita di nuovi stimoli letterari e cinematografici. Scrivere una spy-story seriale non può prescindere dai modelli già esistenti. Come ho già più volte spiegato durante interventi e corsi di scrittura è sempre «il nano che sale sulle spalle del gigante». Davanti a me erano schierati non solo gli eroi della mia fanciullezza ma autentici« duri» che avevano dominato il genere dagli anni '50 e non erano disposti a mollare la presa. Continental Op, James Bond (letterario e cinematografico), Hubert Bonissieur de la Bath QSSI17, SAS Malko Linge, Nick Carter, Sam Durrell e tantissimi altri erano là a ispirarmi ma anche ad ammonirmi. Il nuovo personaggio doveva contenere un goccia della formula del loro successo ma richiedeva anche una notevole dose di originalità.
    Il progetto originale 1'avevo studiato un paio d'anni prima per una serie a fumetti che non fu mai realizzata, ma il personaggio era buono. L'idea di questo agente indipendente, un mercenario al servizio di tutti e di nessuno, mi piaceva.
    L'idea poi che fosse un ex legionario, uno scappato di casa per vivere l'Avventura e che poi scopre di essere un solitario, ricercato dai suoi stessi commilitoni mi affascinava. In questo senso la mia immaginazione era andata a pescare in settori differenti della spy-story classica. Gin Carlo Fusco con Banditi a Marsiglia e lo Sconosciuto di Magnus (un'opera a fumetti ma così complessa e sfaccettata da poter essere considerata un romanzo) mi avevano regalato emozioni indelebili. La Legione Straniera, la Corsica, la malavita della Costa Azzurra... e poi c'era questo veterano, straniero in Europa come in Oriente o in Africa, reduce di troppe battaglie e nefandezze per credere ancora in un ideale, eppure costretto a battersi per sopravvivere, con crudeltà a volte.
    image
    L'idea del personaggio nacque da lì, un mercenario. Ma, come lessi in un trattato sui soldati di ventura che riportava interviste a decine di soldier of fortune: «Dopo i quarant'anni, quando si diventa vecchi per questo mestiere molti di essi (i mercenari) erano già morti, la maggior parte non riusciva a reinserirsi nella vita normale e nessuno di loro era diventato ricco. Vivevano nel ricordo delle avventure rischiose affrontate in luoghi lontani ed esotici, ripensando all' abbraccio di donne mercenarie come loro, dalla pelle scura e lo sguardo selvaggio ».
    Ecco, questa era la figura del mio protagonista, un agente freelance, ma non disposto a vendersi al primo offerente. Un uomo d'onore in qualche modo, un outsider della nostra società, un solitario, a volte autodistruttivo con la sua compulsione al bere, al fumo, alle donne pericolose. Sì, forse anche un romantico. E il nome?
    Chance, fortuna, opportunità, ma era anche il nome di Jean Claude van Damme in un piccolo ma sottovalutato film, Hard Target, l'esordio americano di John Woo, un regista che in quegli anni (primi '90) avevo scoperto e mi aveva suggerito nuove idee e angolazioni nella descrizione delle scene d'azione.
    Non ho mai negato il legame tra i miei romanzi e il cinema. Scrivere per me è sempre stato un modo per girare il «mio» film, dove sono sceneggiatore, regista, scenografo, direttore delle scene d'azione e, ovviamente, addetto al casting. Ogni avventura di Chance nasce da una serie di immagini dei luoghi e da volti, spesso cinematografici. Agli esordi Chance aveva la faccia di un Tom Berenger ai tempi, di Fear City di Abel Ferrara e, nel corso degli anni, è invecchiato, si è un po' appesantito e nelle ultime avventure ha l'aspetto che vediamo in The Substitute o One Shot One Kill. Nel romanzo che avete appena letto altri personaggi hanno volti noti. Peter Handerhof è il Rutger Hauer di Biade Runner e di The Hitcher e, curiosamente, il Marsigliese ha la faccia di Michel Galabru, attore francese più conosciuto per le commedie che per i thriller, ma antagonista di Belmondo in Poliziotto o canaglia dove si chiamava appunto Auguste Volfoni. E poi ci sono le donne... sensuali, spietate, protagoniste di storie di sesso, un elemento ricorrente, spesso piuttosto forte, legato al cinema hard che in quegli anni aveva raggiunto la sua massima espansione.
    image
    Anjelica ha il viso e il corpo di Angelica Bella (chissà qual era il vero nome?), diva ungherese dell'hardcore, mentre Sylviette era semplicemente Naomi Campbell. Che cast, vero? E non costava niente... be', come diceva Mel Brooks, «è bello essere re ». E, davanti al mio computer, ogni volta che scrivo una storia di Chance, io sono il re. Tanto da poter inserire nel cast anche amici e conoscenti. Come Barontini, un comprimario fisso della serie che si chiama veramente così ed è un mio carissimo amico del mondo della Boxe Francese. Renard, oltre a essere un'ovvia allusione alla «volpe», era un'allusione al comandante Denard, il famoso mercenario degli anni '60. E il padre sciagurato di Chance si chiamava proprio Robert Renard, molto simile al Bob Denard della realtà. E la serie è nata così, costruendo uno stimolo dopo 1'altro, pescando un po' dappertutto e cucinando ogni elemento in una bouillabaisse nella quale, a volte, diventa impossibile, riconoscere gli elementi di partenza, come diceva Roberto Ghiddi commentando la mia sceneggiatura del fumetto cyberpunk Bénares inferno.
    Il Professionista è un serial con le sue regole e i suoi elementi ricorrenti ma è anche un contenitore per sperimentare vari generi d'avventura e mescolarli. Se qualcuno volesse saperne di più, può divertirsi sul sito www.sdmactionwriter.com di sorprese ne troverà più d'una. Chance Renard, come personaggio letterario, ha festeggiato i suoi dieci anni di vita e rivederne pubblicate le prime missioni è forse il regalo più bello che poteva aspettarsi per il suo compleanno. O, almeno, il suo autore se lo augura, sperando che voi lettori vi divertiate a scoprirne - o a riscoprirne -le avventure in questa nuova veste.
     
    .
  2. il professionista
     
    .

    User deleted


    otttimo Kane. domande e quesiti sono i benvenuti
    !!!
     
    .
  3. david h. stark
     
    .

    User deleted


    Chance è un personaggio che "vive", si evolve ed invecchia......a questo proposito volevo chiederti se, nei tuoi progetti, è previsto un capitolo finale (ovviamente speriamo il più tardi possibile).
    Te lo chiedo perchè alcuni personaggi seriali con il passare degli anni hanno fatto una fine ingloriosa......mi vengono in mente Dirk Pitt (sostituito dai figli.....che tristezza!!!) o Jack Ryan (divenuto addirittura Presidente degli Stati Uniti).
     
    .
  4. il professionista
     
    .

    User deleted


    di sicuro Chance NON diventerà presidente della repubblica italiana o Francese...
    si sta prefigurando una certa evoluzione. Avrai notato ahce alcuni comprimari o sono morti o hanno raggiunto l'età della pensione. Lo stesso tono delle vicnde in 12 anni è cambiato diventando più cupo.
    ma non succede tutto in una notte. Intanto preparatevi a qualche sopresa nel corso del 2007.


    :B): :gunman: :gunman: :gunman: :sniper.gif: :751.gif:


    :B):
     
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Nessuno è mai fuggito da un cimitero-Non c'è discesa dal golgota

    Group
    Eclisse
    Posts
    13,004

    Status
    Offline
    Visto che parli di mercenari,una cosa che non ho mai trovato è un romanzo che parli di soldati di ventura italiani,soprattutto se ambientato a cavallo tra anni 70-80.
    E' anche vero che gli ambienti da cui attingere sono sempre stati gli eserciti Inglese-francese-americano,ex patto,mentre da noi con la leva obbligatoria era più difficile trovare personale altamente specializzato da metersi sul mercato.
    sarà così veramente?
     
    .
  6. il professionista
     
    .

    User deleted


    credo che ce ne fossero, benchè sui libri non se ne parli. oggi con le agenzie di Conctractor e l'alto livello delle truppe speciali italiane credo che la situazione sia diversa ma non credo ci siano autori che ne parlino. se trovi qualcosa segnalamelo
     
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Nessuno è mai fuggito da un cimitero-Non c'è discesa dal golgota

    Group
    Eclisse
    Posts
    13,004

    Status
    Offline
    Ach pensavo avessi tu qualche titolo da passarmi :D

    :sniper.gif: :gunman:
     
    .
  8. Alan Wolf
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Russell Kane @ 16/12/2006, 23:46)
    Due ragazzi che volevano realizzare il loro sogno (io di diventare scrittore, lui avventuriero) e, alla fine, si sono accorti che, una volta riusciti nel loro intento, non sapevano fare altro. Destino.

    Ci sono forse delle similitudini con Bruno Genovese di Ora Zero, no? Anche lui era quasi ossessionato dall'idea di diventare un eroe. solo che, quando lo è diventato, ha cambiato un po' prospettive... :rolleyes:

    CITAZIONE (Russell Kane @ 16/12/2006, 23:46)
    commentando la mia sceneggiatura del fumetto cyberpunk Bénares inferno.

    Non sapevo nulla di questo fumetto... è in circolazione? Parlacene un po' :B):
     
    .
  9. il professionista
     
    .

    User deleted


    in effetti bruno genovese e Chance renard hanno parecchie cose in comune almeno come punti di partenza poi il professionista essendo un kazzone ha mandato un po' a... la sua vita. Genoveseè stato più sfortunato.
    Entrambi sono pronti a rendere i calci presi.
    Di benares inferno pubblicato dalle Granata press nei primi anni 90 me neè rimasta una copia d'archivio. forse in qualche fiera del fumetto....peccato però era unaa buoan storia cyberpunk concepita nel 1989 ma Davide fabbri ci impiegò tre anni a finirei disegni e NN era già uscito. c'è un terzo episodio inedito di cui ho ancora delle fotocopie delle tavole, forse Davide ha il resto. un'avventura, quella dei fumetti breve ma intensa. se vai sul mio sito trovi qualche informazione in più
    ciao
    s.
     
    .
  10. Alan Wolf
     
    .

    User deleted


    Thank's a lot... ora do un'occhiata ;)
     
    .
  11. Russell Kane
     
    .

    User deleted


    Una semplice curiosità: come vengono scelti i titoli delle riedizioni? è già un po' che me lo chiedo...
     
    .
  12. il professionista
     
    .

    User deleted


    democratiche discussioni con l'editor. i titoli dei vecchisegretissimi sono un po' da ... giornalino... così cambiando un po' i romanzici vuole anche un restiling del titolo. ora non so se i primidue fossero molto azzeccati, con lo stessoeditor abbiamo qualche dubbio e, in caso di una ristampa magari li acambiamo ancora...
     
    .
  13. Russell Kane
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (il professionista @ 22/12/2006, 12:33)
    democratiche discussioni con l'editor. i titoli dei vecchisegretissimi sono un po' da ... giornalino... così cambiando un po' i romanzici vuole anche un restiling del titolo. ora non so se i primidue fossero molto azzeccati, con lo stessoeditor abbiamo qualche dubbio e, in caso di una ristampa magari li acambiamo ancora...

    Capisco...aspetto il parere anche degli altri ragazzi su quest'argomento abbastanza spinoso.

    A livello personale come titolo "Commando Ombra" mi piace parecchio, "Corsican option" un pò meno, ma non saprei...
     
    .
  14. Alan Wolf
     
    .

    User deleted


    Mhh... non so. Non conoscendo nulla dell'editoria non so come funzionino certi processi. A me personalmente però dispiacerebbe cambiare il titolo di una mia opera...
     
    .
  15. Solomon Newton
     
    .

    User deleted


    Ciao Stefano... se posso permetterti io scelsi il primo libro di Gunn ^_^ proprio dal titolo "Commando Ombra" decisamente molto accattivante.

    Con un piccolo commento cattivo aggingo... nonostante la copertina a mio modestissimo parere troppo "Fumettara". :ph34r:


    Io volevo chiederti qualche info in più sulla Legione, infatti alcuni anni fa lessi da qualche parte che il governo francese aveva intenzione di smantellarla, sopratutto vista l'evoluziione del esercito e della tipologia di missione.

    Invece dal sito internet vedo che è in piena forma...
     
    .
31 replies since 16/12/2006, 23:46   1463 views
  Share  
.