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Alessandro Girola
Uomini e lupi
e-book autoprodotto, distribuzione gratuita sotto licenza Creative Commons
cover di Luca Morandi
codici ISBN o ISSN non disponibili
pp. 185
Quarta di copertina.
Per Alessio Cavenaghi il passo dal disegnare fumetti per lavoro al diventare un improvvisato cacciatore di licantropi è stato breve. In fondo è bastato solo che un lupo mannaro uccidesse la sua fidanzata. Così come per Habib, immigrato clandestino in fuga da Marsiglia, unico superstite di un gruppetto di senegalesi in cerca di fortuna lontano dall'Africa. Gli altri? Tutti massacrati da una banda di misteriosi licantropi neonazisti. O per Paolo, che i mutaforma li ha conosciuti sotto le armi, in Afghanistan, con traumatiche conseguenze. E anche per Liam, ex attivista dell'IRA irlandese, scampato per un pelo dalla vendetta organizzata da dei mannari forse appartenenti alle forze speciali inglesi. Dalle loro storie tragiche è nato un gruppo (scoordinato, inesperto, improvvisato) di cacciatori. Il loro unico scopo: vendicarsi. Ma qualcosa bolle in pentola, nella comunità dei licantropi...
Recensione.
Trattare un romanzo autoprodotto, distribuito solo in via elettronica, esce dagli schemi tradizionali delle recensioni; tuttavia sia l’autore che il testo meritano considerazione, non fosse altro che per la capacità di cercare di esprimere una via originale nel contesto horror, per giunta trattando una figura sfruttatissima come il licantropo.
Il punto di partenza è presentare la figura del lupo mannaro nel contesto moderno, inquadrare una figura mitologica in una narrazione immersa nel presente, nelle cose di tutti i giorni. Il lavoro sui personaggi è accurato, così come il lavoro di documentazione. Le azioni, la logistica, gli equipaggiamenti sono del tutto realistici. Tutti fattori che permettono al lettore di immergersi nelle vicende narrate e di far scattare il meccanismo dell’immedesimazione nei protagonisti.
Cosa non va.
Il romanzo è in versione “beta”, il che permette di considerare i numerosissimi refusi e qualche incertezza di linguaggio come provvisori. Discutibile l’uso delle parentesi nel testo, poco scorrevole in termini di lettura. Ci sono cose da rivedere nelle sequenze d’azione, in particolare la parte medica, più alcuni piccoli punti del testo (es. da dove vengono i soldi di Liam?).
Cosa va.
Le ricerche documentali, che portano a dei background solidi, l’evidente volontà di costruire personaggi non bidimensionali o superomistici, la buona scansione delle vicende e la personalità con cui il lettore viene condotto per il romanzo. La logica del romanzo “quadra” senza sbavature.
Di buon livello anche la copertina, nulla ha da invidiare alla grafica delle case editrici.
In definitiva un romanzo degno del livello professionistico, non stonerebbe sugli scaffali delle librerie una volta sottoposto ad un editing incisivo. Speriamo che il suo autore abbia voglia di proporlo sul mercato tradizionale.
Voto:
07,50 / 10,00
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Nessuno è mai fuggito da un cimitero-Non c'è discesa dal golgota
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Un ennesimo colpo grosso di Girola,in attesa di vederlo approdare in edicola. .