RAMBO YEAR ONE

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  1. ramboyearone
     
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    uno dei destini degli scrittori di successo, è avere molti figlio di cui tali scrittori non sono a conoscenza.
    Io sono un ghost writer e mi ritengo, in parte, figlio anche dei libri del maestro :)

    Però ho inventato il videoracconto.

    Spero vi piaccia... In ogni caso accetto tutto, anche critiche devastanti ;)


    ciao

    EPSIODIO 1 SU YOUTUBE

    Edited by ramboyearone - 7/6/2012, 19:22
     
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  2. andrea-tortellino
     
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    Da parte mia nessuna critica devastante se non il fatto che lo screen potrebbe andare leggermente più lento, così da non costringere il fermo per leggere bene... odio leggere di corsa.
    Per il resto, mi è piaciuto, bravo!
     
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  3. ramboyearone
     
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    Andrea grazie!
    Hai assolutamente ragione, è un errore che ho corretto già nel 2 episodio.
    'Critiche devastanti' nel senso che sono aperto a ogni commento :)

    Aggiungo che se qualcuno vuol partecipare al progetto come fotografo, revisore, disegnatore... una volta approvato il lavoro finirà nei titoli di coda.
     
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  4. ramboyearone
     
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    ok ragazzi, a chiunque possa interessare, sul mio blog
    ramboyearone.wordpress.com
    c'è l'indirizzo email cui chiedere una copia elettronica INTEGRALE del primo dei miei tre romanzi.
    Verrà spedita SOLO ai primi 25 che ne faranno richiesta!

    ciao e grazie!!
     
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  5. ramboyearone
     
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    Video
     
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  6. ramboyearone
     
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    A 'Lile' knife in a bar



    * Un coltello 'Lile' in un bar



    1975


    “Jimmy”
    “Bob”
    “Fa un freddo cane là fuori, vero?”
    “L'hai detto”

    Il barista passò a strofinare un altro bicchiere, mentre Jimmy Lile chiudeva la porta dietro di sé, bloccando finalmente il vento gelido che entrava nel locale.

    Il bar era buio quasi, deserto e avvolto nel silenzio.
    C'era solo un cliente, un giovane seduto al lato estremo del bancone, come desiderasse soltanto starsene da solo, e in disparte.
    Lile lo guardò di sfuggita, senza darvi importanza.

    “Come vanno gli affari, Jimmy?” chiese il barista.
    “Al solito. Coi coltelli però va bene, molto bene. Comincio a vendere alla grande. Sto pensando di entrare nel buisness”
    “Sul serio?”
    “Sì. Dammi un whisky”
    “Arriva”

    Jimmy Lile si sedette al bancone, poi si girò alla sua destra.

    “Chi è il ragazzo?”
    “Jimmy...”
    Bob indicò il giovane con un cenno, poi aggiunse:
    “Lascia che ti presenti Rambo, John J: un eroe di guerra. Veterano del Vietnam, forze speciali... E medaglia d'onore del congresso”

    Rambo si girò verso di loro lentamente, come se non esistessero, il viso avvolto nell'ombra.

    “Mi prendi in giro” rispose Lile.
    “No, no... Niente balle. Conosco la sua famiglia. Suo padre vive in Arizona”
    “E' tutto vero, ragazzo?”
    Rambo annuì.
    “E adesso cosa fai?”
    “Parcheggiatore, signore. Giù al Dolphin”

    Lile annuì pensieroso.
    Non era il genere di lavoro che avrebbe dovuto fare un eroe degli Stati Uniti, però Lile sapeva molto bene come funzionava con i reduci, di quei tempi, quindi non se ne stupì.
    Era un classico dell'America: eroe di guerra in Vietnam... Lavoro di merda negli States.
    Poi guardò il ragazzo negli occhi.

    Non erano balle.
    Un solo sguardo - verso quegli occhi oscuri - gli bastò per capire che quel ragazzo aveva vissuto cose tremende, ma talmente tremende che non le avresti augurate nemmeno al tuo peggior nemico.

    “Siediti qui figliolo” disse allora.
    “Ci siamo solo noi tre, qui dentro... Almeno facciamo due chiacchiere”.

    Rambo sospirò, prese il suo bicchiere e andò a sedersi a fianco a Lile.

    “Forze speciali, hai detto. Dove?”
    Prima di rispondere, Rambo lo guardò dritto negli occhi.

    “Ero nel 'quinto', sa... Un po' ovunque”
    “Il 'quinto', certo....”

    Lile annuì, pensieroso.
    Poi aggiunse:

    “Intendi quei posti che non si possono nominare, vero? La guerra sporca, già... Laos, Cambogia e Vietnam del nord. Lo sanno tutti oggi giorno, figliolo...”

    Mentre pronunciava i nomi di quei luoghi, Lile osservò attentamente gli occhi del ragazzo.
    Rambo provò a non far trasparire nulla dal suo sguardo, ma fallì miseramente.
    Lile allora sgranò gli occhi, incredulo.

    “Mio Dio, ragazzo... Non dirmi che sei stato in tutti e tre”

    Di nuovo Rambo tacque e stavolta Lile si pentì subito di avere detto quella frase.
    Non voleva aprire vecchie ferite... Anche perché le conosceva molto bene.

    Per molti anni il migliore amico di Jimmy Lile era stato Billy Turner, un altro reduce del Vietnam,
    più vecchio di dieci anni di quel Rambo, eppure anche il suo amico Billy aveva combattuto 'dietro le linee del nemico': un eufemismo – inventato chissà da chi - per descrivere la guerra che alcuni americani avevano combattuto senza nemmeno indossare una divisa. Un modo di combattere particolarmente orribile, come se la guerra convenzionale non lo fosse già abbastanza.
    Dopo la guerra Billy era tornato cambiato e di certo non in meglio.
    Lile aveva cercato di essergli vicino più che aveva potuto, ma di quello che un tempo era stato il suo amico, una volta tornato dalla guerra non c'era più traccia, ormai.
    E alla fine, lui e Turner - una volta inseparabili -, avevano finito per perdersi di vista.
    Era sopravvissuto a quella dannata guerra... Ma Lile non l'avrebbe comunque rivisto mai più.

    Quella sera Jimmy Lile vide negli occhi di quel ragazzo qualcosa che gli ricordava il suo amico... Che glielo ricordava troppo.
    Certo quel Rambo era più giovane, ma era difficile che non lo aspettasse lo stesso, triste destino di Turner.
    E a giudicare da com'era vestito, probabilmente quel ragazzo non aveva nemmeno una casa cui tornare.
    Era un senza tetto.
    Lile allora sentì il bisogno di cambiare discorso, mentre non riusciva a togliersi di dosso quella brutta sensazione.

    “Avevi un coltello, immagino. Sai... Per la giungla”
    “Sì”
    “Ce l'hai ancora?”
    “No, l'ho perso laggiù”
    “Che modello era?”
    “Un Randall 18”

    Lile annuì.

    “Quello con la bussola” disse.
    “Già”
    “Lo so fare. Sul serio, ragazzo: manico cavo, dorso dentato e bussola nel pomello... Lo so fare veramente. Lascia che te ne faccia uno, figliolo. Se un giorno fossi in difficoltà, puoi sempre rivenderlo. Un buon coltello fatto a mano può valere molto, sai, perfino di questi tempi”

    Sul momento Rambo non seppe cosa rispondere.
    Poi disse:

    “Non posso accettarlo”
    “Sarebbe un regalo. Da un po' di tempo mi ronza per la testa questo nuovo tipo di disegno, proprio per quel tipo di lama... Potrebbe essere la volta buona che mi decido a farlo. Per te lo farei volentieri. Quanti anni hai prestato servizio?”
    “Quattro”
    “E quanti eravate di squadra?”
    “Otto”
    “Ok. Ti troverò qui, tra un mese?”
    “Se riesco a tenermi il lavoro, signore”
    “Molto bene, figliolo”

    ***

    Un mese e mezzo dopo, Rambo perse il suo lavoro di parcheggiatore.
    Prima di cambiare città, passò un'ultima volta al bar, per salutare Bob il barista prima di partire, e nonostante avesse sperato di non incontrarlo più, Jimmy Lile invece era di nuovo lì.

    Il coltello era sul bancone del bar, nel suo fodero, proprio come Rambo aveva temuto.
    Vedendo il regalo che l'aspettava, Rambo si sentì subito in imbarazzo, quasi in colpa.
    Il fodero era di pelle, con la tasca per la pietra per affilare.
    Non l'aveva ancora visto, ma perfino nella sua custodia sembrava già un coltello fuori dal comune.
    Quando Lile lo estrasse dal fodero sotto la luce fioca, la lama sembrò lampeggiare nel buio del bar.
    Il coltello parve subito imponente, quasi immenso.
    La lama era lunga nove pollici, ma non così larga da perdere la sua eleganza.
    Il metallo era satinato, mentre il filo era lucidato a specchio.

    “E' fatto di 'D2', uno degli acciai più duri che esistano. La lama è inserita nell'impugnatura con un incastro speciale. E' robusto come un full tang, anche se non lo è”

    L'idea che fosse un coltello così robusto da essere adatto a scopi militari, lo rendeva ancora più minaccioso.
    Ma la cosa che faceva più impressione, erano i denti del dorso-sega della lama: erano grossi e curvi, simili a quelli di un barracuda, o di una motosega.
    Lile li indicò con le dita, mentre mostrava la lama a Rambo.

    “Quattro denti singoli, come gli anni che hai prestato servizio, e otto doppi, come il numero dei tuoi compagni di squadra”
    “E'... E' bellissimo, signore”
    “Forse i denti sono un po' fantasiosi per un coltello militare, ma la guerra è finita, John... Non credo che li userai mai. Per il resto è esattamente come un Randall: questa è la bussola, e nel manico ci metti quello che vuoi”

    Lile lo rimise nel fodero, poi lo passò al ragazzo.

    “Tien” disse.
    “E se un giorno fossi nei guai, rivendilo senza problemi. Sul serio. Mi fa piacere aiutare un ragazzo come te. Solo non farti fregare se lo vendi, ok? I coltelli come questo valgono bei soldi”

    I due rimasero un attimo in silenzio, mentre bevevano dai loro bicchieri.

    “Non ho parole, signore”
    “Basta un grazie, ragazzo”
    “Grazie”

    I due si girarono verso il bancone.

    “Perchè ha voluto regalarmelo, signor Lile?”

    Jimmy Lile tenne il liquore un poco in bocca, mentre aspettava che l'alcool smettesse di bruciargli la gola.
    Poi riprese fiato e infine disse:

    “Perchè diavolo, tu sei un eroe, ragazzo. Se fosse solo per la gente normale come noi, l'America andrebbe solo indietro. Sono gli eroi che mandano veramente avanti questo paese”

    Poi si girò verso di lui e aggiunse:

    “E' un piacere avere fatto un coltello per uno come te”
     
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